giovedì 28 giugno 2012

Napolitano... lo smemorato del colle

Oggi 25 aprile le maggiori cariche dello Stato, ed a ben guardare i politici quasi al completo, hanno dato stura alla consueta eruzione di amor patrio di circostanza ed alla santificazione fasulla della Resistenza.
Un rito che si ripropone immancabilmente ogni anno ed in cui gente che mai si sarebbe sognata di partecipare alla Resistenza ed assai probabilmente sarebbe stata di pura osservanza fascista o ,ad essere benevoli ed a pensare positivo, qualunquista, si profonde nel lodare il coraggio di pochi che in circostanze estreme hanno deciso di fare politica "vera": praticamente la fiera dell'ipocrisia.
Solitamente evito di ascoltare una sola parola dei discorsi di circostanza ma quest'anno, passando davanti alla tele, ho colto alcune parole di un indignato Napolitano: stava facendo la faccia feroce contro degli innominati (ma individuabilissimi) qualunquisti e sottolineava la centralità del ruolo dei partiti politici per la buona salute della democrazia.
Ho così avuto la prova che esistono due "Napolitano": uno che infrange la Costituzione Italiana, brigando per disfare e fare governi, pasticciando con i senatori a vita e macchinando improbabili governi tecnici, senza la benché minima investitura elettorale, sostanzialmente negando lo spazio di azione dei partiti, ed un secondo convinto democratico che apprezza la funzione dei partiti e la ritiene ineliminabile e si scaglia contro ogni deriva populista.
Ora avere un Presidente della Repubblica che soffre della sindrome del Dr. Jekyll e Mr. Hyde non è il massimo che si possa augurare ad una democrazia ed è altrettanto evidente come al peggio non vi sia mai fondo.
Ora trovo che Grillo sia effettivamente un qualunquista, un populista, un arruffapopolo ed abbia la visione politica di un gorilla di montagna, che le sue proposte politiche siano inconsistenti e che umanamente sia un personaggio discutibile. Tutto vero! Peccato che abbia spesso ragione, che denunci molte attualissime oscenità politiche e che sia uno dei pochi a muoversi contro una deriva oligarchica, tecnocratica e profondamente antidemocratica delle istituzioni e della politica.
Così penso che l'ultimo che si possa permettere di accusare Grillo sia proprio Napolitano.

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