giovedì 6 settembre 2012

Passera si candida con il PD?

In odore di elezioni, anticipate o regolari fa lo stesso, il PD intensifica il corteggiamento di finanzieri e banchieri (dagospia: a sinistra una poltrona...) come da copione già visto.
E' oramai consuetudine del PD apprezzare i finanzieri e nutrire perplessità verso i sindacalisti!

Comunque io sarei assai favorevole alla candidatura di Passera nelle file del PD, o di qualsiasi variegato contenitore politico allestito per l'occasione, cos' saprei DIRETTAMENTE ED ESPLICITAMENTE per chi NON votare: bel vantaggio in chiarezza!

domenica 19 agosto 2012

Come, Fornero?

L'attuale Ministro del Welfare (!) si conferma come fonte di impareggiabili battute, l'ultima in ordine di tempo è l'esortazione indirizzata alle industrie a "fare la loro parte" che, tradotta in termini concreti e comprensibili, è un invito ad investire (La Stampa - 19/08/2012).

Sarebbe un'esortazione ragionevolissima e ben indirizzata perchè l'industria italiana ha spesso dato prova di una congenita ritrosia verso gli investimenti, ed in particolare verso quelli dedicati alla R&S. Tranne rare eccezioni, meglio affidarsi alle svalutazioni competittive (oramai impossibili) ed alla compressione delle retribuzioni.

Tuttavia oggi, dopo che "il Governo ha risanato il Paese" (cito dalla medesma fonte), qualche motivo di timidezza verso gli investimenti le industrie hanno ben ragione di nutrire.
Vediamo, a mio giudizio, perchè:
  • tanto ottimismo sulla situazione del Paese mi sembra più di circostanza che fondato su dati certi, l'mpressione è che il momento più crittico della crisi non sia passato e la possibilità di un collasso finanziario e politico tutt'altro che esclusa: ci vuole coraggio ed incoscienza per investire in un momento tanto incerto;
  • siamo in piena recessione e la manovra del Governo non ha fatto che peggiorarne i contorni, comprimendo  il potere d'acquisto del mercato interno mentre sull'evoluzione positiva di quello esterno (Germania, in primis) gravano notevoli incertezze: ci vuole ancor maggiore incoscienza ad investire in presenza di un mercato di sbocco in contrazione;
  • sebbene la struttura industriale italiana, escluse le solite aree di eccellenza, abbia effettivamente necessità di radicali ristrutturazioni per incrementare produttività dei processi e qualità dei prodotti, l'attuale capacità produttiva è sotto-utilizzata (vedi: federmeccanica): quale concreto incentivo tecnico ad investire esiste?
  • per ultimo ma non minore per importanza, siamo in presenza di un palese crisi del credito bancario e di una compressione senza precedenti del risparmio privato: quindi dove reperire le risorse finanziarie necessarie?
Morale: le esortazioni di Fornero sono, nella più caritatevole delle ipotesi, una barzelletta. Ma una barzelletta raccontata in un cimitero... quando nessuno ha voglia di ridere.

 Quanto alla Confindustria: tonate silenzio! O sono morti dal ridere, o giudicano l'esternazione al di sotto del minimo commentabile.



(p.s.: tanto per capire come vanno le cose, conviene fare riferimento al "Rapporto Annuale 2012 - Situazione del Paese" dell'ISTAT; abbraccia il periodo 2007-2011 e va considerato che i numeri del 2012 sono ancor più preoccupanti)

lunedì 6 agosto 2012

Monti svelato

Adesso lo so.
Adesso ne sono totalmente sicuro: Monti dice cose stupide. Molto stupide. Di una stupidità che  nessun politico di un minimo di spessore era mai riuscito a raggiungere.
Nemesi: dove nessun politico era riuscito, è riuscito il tecnico castiga-politici, ovvero a

sputtanare pubblicamente il giochino democratico.

Forse per stupidità pura. Più probabilmente per pura arroganza. Se ti trattano da Superman in modo spudorato, rischi di crederci e trattare tutti di conseguenza... commettendo errori altrimenti incomprensibili.

Perché?

Perchè noi stiamo vivendo una sceneggiata democratica in cui gli strati dominanti della società hanno compreso perfettamente che la lotta per il predominio economico e politico in una qualsiasi nazione va condotta nel pieno ma formale rispetto delle regole democratiche.
A questo scopo è stato ideato e realizzato di tutto: regole elettorali demenziali, bi-partitismo fasullo, lotta politica molto televisiva e sostanzialmente inesistente, gestione ben accomodata dell'applicazione della legge, finti attacchi alla "casta" e sostanziale tolleranza del malaffare (... aumentata dopo "Mani pulite"), invenzione di una architettura europea demenziale e di una moneta unica insostenibile e via enumerando.
Il tutto, ripeto, mimetizzato dal rispetto formale delle regole stabilite per il bun funzionamento delle democrazie rappresentative, in cui la gran massa degli elettori non determinano di fatto alcuna scelta.

E cosa riesce a fare il furbone? Mostra il gioco vero non davanti agli italiani, di cui molti oramai sanno ma non hanno la forza ed il coraggio di reagire, ma davanti ai tedeschi che fanno ancora finta di credere o più  probabilmente ci credono ancora.

Inopportuno?
Ingenuo?
Naif?
Semplice?

Decidete voi... io intanto cerco di decidere se morire dal ridere o suicidarmi pensando che quello è il tecnico che sta governando l'Italia.

domenica 5 agosto 2012

Ehi, il buon vecchio Marx!

Leggendo il libro di Lunghini (wiki: G. Lunghini) "Conflitto, crisi, incertezza" (vedi: scheda editore) sono incappato (a pag.54) in questa citazione di Marx:

 "...Ora non si trattava più di vedere se questo o quel teorema era vero o no, ma se utile o dannoso, comodo o scomodo al capitale, se era accetto o meno alla polizia. Ai ricercatori disinteressati subentrarono pugilatori a pagamento, all'indagine scientifica spregiudicata subentrarono la cattiva coscienza e la malvagia intenzione dell'apologetica."

Estremamante attuale, non vi pare? Pensate a tutto quanto viene scritto e detto nei mass media che vanno per la maggiore a proposito della crisi, delle sue origini e, soprattutto, dei rimedi proposti.
Ora delle due una: o il mondo non è affatto cambiato dall'anno 1873 (seconda edizione de Il Capiale) o Marx aveva una sorprendente capacità divinatoria.

... propendo per la prima che ho detto!

mercoledì 25 luglio 2012

Museo preistorico “Pietro Fedele” di Pofi

Nei dintorni di Frosinone i lavori di sbancamento effettuati per la costruzione di strade e per l'Alta Velocità hanno portato alla luce reperti di ogni tipo e di grande interesse sia archeologico che paleologico. A parte la grande dovizia di resti dell'epoca romana, cui siamo abituati e che ricadono quasi nella normalità, sono emersi resti di centinaia di migliaia di anni: in particolare di uno dei primi abitanti dell'Europa, forse non il primo in assoluto ma uno dei primi senza dubbio (National Geographic: "Le età di Argil").
Ed a questi reperti umani (parti del cranio) si accompagna una vasta messe di attrezzi litici dell'epoca e strumenti più evoluti in altri materiali, quali l'osso.

Tutto ciò era ben noto agli studiosi ed i vari siti sono stati studiati a fondo, compatibilmente con i tempi concessi dall'avanzamento dei lavori. Questa è un'ironica ed al medesimo tempo tragica (per gli studiosi) circostanza: che i lavori portino alla luce reperti degni di attenzione e subito dopo li ricoprano di costruzioni inamovibili (... tacendo di tutto ciò irrimediabilmente ignorato e perduto perchè distrutto nel corso dei lavori stessi).

L'operazione meritoria, per me e per gente non del mestiere come me, è stata quella di rendere accessibile tutto ciò al grande pubblico mediante un museo (sito: Museo Preistorico). E che museo!
Non la solita bacheca di "preziosi" ma una mostra fortemente didattica sul periodo e sui reperti stessi. Si pensi che oltre ai pannelli esplicativi ed agli espositori d'obbligo, sono messi a disposizione calchi dei crani degli ominidi, manipolabili a piacere dei visitatori. Ora non ditemi che visitando un museo non avete mai avuto l'inconfessabile desiderio di afferrare un oggetto esposto e di rigirarvelo tra le mani e guardarlo da tutti glia angoli possibili ed immaginabili.
Almeno una volta!
Almeno per una qualche esotica e rarissima Australopitecina di cui siete stati debitamente informati che rappresenta una vostra improbabile ma possibile lontanissima progenitrice!
Un essere che, a guardarlo nel cavo delle orbite, si fa fatica a pensare che camminava eretto come voi, aveva mani che consentivano la presa di precisione e adottava una dieta che pur non ispirandosi a quella mediterranea era simile a quella a cui dovreste attenervi (... o non molto dissimile, almeno).
Va da se che gran parte di questi reperti non è del luogo ma serve a contestualizzare Argil (sito: "Argil"), anche conosciuto come l'Uomo di Ceprano, ed a collocarlo nel cespuglio di ominidi di cui siamo l'ultimo, ma solo in ordine di tempo, si badi bene, ramoscello. Il che è assolutamente indispensabile perché di Argil esistono, e sono esposti, solo alcuni elementi del cranio che, da soli, risultano ben poco espressivi ad un profano.

Il museo contine anche molti strumenti litici e resti di animali alterettanto interessanti, tra cui i resti imponenti di un elefante antico.

Il museo, pur essendo piccolo, non sfigura rispetto alla molto più nota ed ampia sezione paleontologica del "Pigorini" ed è sorprendente, ma non più di tanto, che sia così poco noto al grande pubblico.
Ed è un esempio lampante di quanto siano utile e prezioso un sistema di musei diffuso e radicato nel territorio.
Da visitare.

domenica 8 luglio 2012

... e ddai Squinzi, pe' favore!

Lo so che fare dell'ironia  sulle dichiarazioni confindustriali è come sparare sulla crocerossa (... ma ATTENZIONE, le parti si capovolgono se lavorate per uno dei suoi associati!), tuttavia questa volta il loro presidente ha superato lo standard consueto.
E lo ha fatto alla presenza della CGIL tutta (adnkronos: Squinzi a Serravalle Pistoiese) che, ed è il meno che si possa dire, se l'è tutta meritata.

Dice Squinzi:

--> "E' un primo passo nella direzione giusta" ma "dobbiamo evitare la macelleria sociale"
... avrei giurato che non è il primo passo ma che il Governo stia correndo da tempo verso la macelleria sociale o, forse, si preoccupa solo di non essere investito dagli schizzi?

-->  ed assegna all'esecutivo "un sei meno meno, diciamo tra il 5 e il 6"
... se voleva essere così preciso poteva utilizzare la scala centesimale adottata all'esame di maturità, non vi pare?
Comunque è divertentissimo l'atteggiamento dei "poteri forti" nei confronti di questo Governo  che sostegono di fatto, ed in una misura che avrebbe fatto invidia al più solido monocolore democristiano, ma che sui media schifano e nei confronti del quale specano le prese di distanza ed i distinguo.
Quella attuale è una delle più ampie e convinte sceneggiate rappresentate in Italia negli ultimi tempi, anche più ampia e capillare di Manipulite.

--> "Abbiamo vissuto 30 anni da cicale, ora dobbiamo iniziare a pensare da formiche"
 ... ma di chi sta parlando? Non certo dei lavoratori che da circa 30 anni vedono ridursi il potere d'acquisto reale. E se il lavoratori (... che sarebbero il "mercato" di sbocco di quanto producono i suoi associati!) iniziassero a pensare da formiche più di quanto già si sforzino di essere oggi (adnkronos: 2012-06-21 "Consumi"), come pensa di alimentare la famosa "crescita"?

 --> Quanto a una eventuale patrimoniale, "se non tocca le imprese mi sta anche bene"
... sul motivo "NOI NU' CACCIAMO 'NA LIRA"; questa uscita è sublime perchè Monti non toccherà mai il mondo della Finanza, in quanto ne è espressione ed esecutore, il mondo del Lavoro già sta pagando la sua patrimoniale (IMU, etc.) ed è già spremuto oltre ogni ragionevole logica economica, e quindi gli unici spremibili sono loro, il mondo della Produzione (... anche se spremibili lo sono poco e non lo saranno a lungo, se continua così).

-->
In ogni caso, "ci vorrebbe più concertazione ma concertazione non vuol dire diritto di veto: si deve parlare, si deve discutere ma poi si devono prendere decisioni e possibilmente soluzioni condivise".
... bello e commovente: De Amicis non avrebbe saputo farlo dire meglio da Garrone, peccato che una delle due parti sociali sia rappresentata da Fanti (wiki: "Cuore")!
Per delle parti socuiali strutturalmente in conflitto, e di cui una è stata perdente negli ultimi 30 anni, non c'è dubbio che il confronto non potrebbe che essere pacato, civile e costruttivo e chiudersi con un compromesso equilibrato che non lasci cadaveri sul tappeto. O addirittura, Dio non voglia, con un VETO (...ovvove, ovvove gvandissimo)!

--> "Il balletto dei numeri sugli esodati è un problema che ci preoccupa ...: se sono 50mila vediamo, ma se sono 300mila non siamo in grado di sopportare questa situazione"
 ... fermo restando che la questione degli esodati è pazzesca al limite dell'onirico ed ingiusta al limite dell'infamia, mi vengono due impertinenti cionsiderazioni:
  • la prima è che non vedo (ma qui potrei essere in errore) di cosa si dovrebbero preoccupare: di fronte ad un esodato potrebbero versare alcune lacrime di coccodrillo, stringersi nelle spalle... e pensare che disfarsi dei "vecchi" è uno dei pilastri della politica del personale dal tempo dei faraoni;
  • la seconda è che nessuno sembra sapere nulla in questa Nazione, peraltro ricca di enti di ricerca, di uffici studi, di analisi statistiche, demografiche, di mercato etc.; senza dimenticare che l'esatto numero degli esodati forse il Governo non lo conosce ma INPS e Confindustria immagino che abbiano tutti gli strumenti per stimarlo alla perfezione.



venerdì 6 luglio 2012

Che banca! Pura tradizione inglese.

In questi giorni sta esplodendo in tutta la sua magnificenza lo scandalo del Libor (wiki: Libor) che, nato in seno alla Barclays, sta coinvolgendo BoE ed FSA (wiki: Financial Services Authority) e chi sa quante altre istituzioni e relativi manager "creativi".

Per chi volesse approfondire, rimando ad un sito che dovrebbe essere ben informato (Bloomberg: news 2012-07-05), ad uno italiano altrettanto bene informato (Il Sole 24ore: Barclays). Ma probabilmente questo blog, che assume sempre posizioni molto schierate, chiarisce nocciolo e contesto della faccenda (icebergfinanza.finanza 2012/07/05).

Con questo anche i più convinti sostenitori della finanza anglosassone dovrebbero arrendersi all'evidenza: il Regno Unito è alla canna del gas, popolazione, Governo e sistema finanziario. Il pacchetto completo.
Tanto più dovrebbe essere chiara l'idea che le valutazioni ed i "consigli" impartiti all'Italia dalle istituzioni finanziarie anglosassoni, per esempio l'assiduo e solerte Financial Times, dovrebbero essere valutate per quello che sono: più o meno quanto i consigli del Gatto e la Volpe a Pinocchio.

Ennesima prova che questa logica dei buoni-cattivi, dei compiti-a-casa, dell'Europa-ci-guarda (... con il suo odioso corollario: Ce-lo-chiede-l'Europa) è falsa, oltre che un filo provinciale, economicamente inconsistente ed umanamente ributtante.

sabato 30 giugno 2012

De profundis per il LAVORO

La proposta legislativa del Governo è passata: tutti hanno ufficiato il rito come da copione.

Ai lavoratori italiani si dischiude un futuro eccellente in cui la flessibilità offrirà opportunità mai prima sperate di realizzazione delle proprie potenzialità personali, lontani dalla noia di un lavoro fisso e dalla vergogna di riparare le proprie incapacità dietro garanzie vetero-comuniste.

Ovviamente si sconsiglia di disturbare il manovratore con insulse domande, tra le quali:
  • perchè varare una riforma che non piace a nessuno (vedi ad esempio) e che non è chiaro quanti in Europa ce l'abbia richiesta?
  • perchè aumentare il livello di flessibilità in una nazione che si pone a livelli di protezione del lavoro simili od inferiori (vedi: "vedi: "Employment protection legislation" Wiki ed OECD) a quelli dei suoi maggiori concorrenti?
  • perchè sostenere un'indimostrabile (IDE e EPL Index) fesseria come quella degli investimenti esteri? E perchè insistere acriticamente (Goofynomics: Quod erat...) nel considerare questi investimenti una salvezza necessaria e certa?
  • perchè facilitare il processo di riduzione dei salari, rendendo ancor meno solida la posizione contrattuale dei lavoratori (... sghignazzerò in faccia a chi sostiene il contrario!), in una congiuntura economica in cui gran parte dei guai nascono dal declinante (adnkronos) potere d'acquisto delle famiglie?

giovedì 28 giugno 2012

Viva la sincerità

Il bello di Fornero è che esprime sinceramente e chiaramente le proprie idee, il brutto... sono le sue idee.

Sta suscitando scalpore la sua interpretazione del significato di lavoro e della posizione degli italiani al riguardo (qui per i dettagli), con relativa alzata di scudi dei poteri tutti, da quelli politici a quelli mediatici senza dimenticare quelli economici.
Tuttavia nessuno fa notare il piccolo ma non trascurabile particolare che la riforma è stata già votata, appena il giorno prima: se la concezione del lavoro del Ministro del Wellfare suscita tanto scalpore forse la sua riforma non avrebbe dovuto essere accettata supinamente.

Si ripete la solita sceneggiata, cui siamo oramai tristemente abituati, per cui nel caso occorra varare una una riforma (... ma sarebbe meglio parlare di contro-riforma) di un qualsivoglia elemento portante dello Stato Sociale, allora viene adottata la prassi seguente:
  • si attiva una ben concertata e martellante campagna mediatica in cui si ripetono fino alla nausea delle plateali menzogne (Goebbels docet!) od opinioni non suffragate da alcun fatto, quali:
    • "Per uscire dalla crisi è necessario recuperare efficienza!" (... vero ma solitamente non è quello indicato il modo)
    • "Lo vuole l'Europa" (... che non esiste come entità politica ma, per adesso, è solo l'espressione di alcuni gruppi di potere economico)
    • "Lo vogliono i mercati" (... idem come sopra e, comunque, la loro visione è collegata con la prossima trimestrale e non andrebbero presi molto sul serio quando si parla della vita delle persone che abbraccia un periodo di decine di anni)
    • "La riforma è necessaria e giusta ed inevitabile in quanto altrimenti il trend di oggetto riformato  è insostenibile (... non sempre è vero e se lo è non è detto che i tempi siano così stretti e la soluzione ottimale sarebbe ben differente)
  • le forze sociali, quelle sindacali in primis, vengono prese da profondo malessere cui segue tuttavia un'assunzione di "responsabilità socio-politico-istituzionale" che le costringe ad adeguarsi, pur con le lacrime agli occhi e con profondi distinguo, prese di posizione e qualche dimostrazione (scioperi, manifestazioni di piazza, etc.);  talvolta alla pochade partecipano anche le forze imprenditoriali e finanziarie che si dissociano dall'ideazione del provvedimento, esprimono il loro profondo dissenso, anche con termini pittoreschi e giornalisticamente ben congegnati (... come se i politici italiani attuali non fossero una loro emanazione diretta!)
  • le forze politiche entrano in fibrillazione, ripetono tutti i mantra della campagna mediatica, cercano di passare il cerino ad altri (... per esempio un Governo di Tecnici!), infine agiscono ma sottolineando la spietatezza di un fato cinico e baro che li costringe ad agire in "parziale" contrasto con gli interessi del proprio elettorato (... un altro caso di mal-di-pancia pilotato)
  • si appronta un dispositivo di legge perfettamente adeguato alle esigenze dei poteri forti prevalenti al momento
  • il dispositivo passa, solitamente con largo ricorso alla fiducia, con maggioranze bulgare che avrebbero fatto arrossire anche il parlamento sovietico
  • politici, rappresentanti delle parti sociali, media al completo concludono la sceneggiata assicurando ai cittadini un futuro radioso, che le riforme indubitabilmente garantiranno.
Ovviamente la storia, che crede alla realtà e non alla propaganda, continua il suo corso e le condizioni dei cittadini italiani, e dei lavoratori in particolare, peggiorano sempre più.
E addio al wellfare.

So bene come non serva a nulla ripeterlo ma non riesco a non dirlo:

"Il lavoro è un diritto umano di base, peraltro sancito esplicitamente dalla Costituzione Italiana, è il compierlo con efficacia e correttezza che è un dovere"

Invito i dubbiosi alla lettura dell'Art. 4

Quindi ciascun cittadino italiano ha diritto ad accedere ad un lavoro adeguato alle sue capacità personali,  coerente con i vincoli socio-tecnici del momento e tale da consentirgli una vita psicologicamente ed economicamente dignitosa; a tale diritto corrisponde il dovere di svolgerlo al pieno delle sue capacità fisiche ed intellettuali e tentando di migliorare efficacia ed efficienza dei processi in cui è coinvolto.

... e questo lo sanno tutte le persone di buon senso, ivi inclusi (ma probabilmente non Fornero che agisce come un pasdaran del liberismo) alcuni membri del Governo.
 

Napolitano... lo smemorato del colle

Oggi 25 aprile le maggiori cariche dello Stato, ed a ben guardare i politici quasi al completo, hanno dato stura alla consueta eruzione di amor patrio di circostanza ed alla santificazione fasulla della Resistenza.
Un rito che si ripropone immancabilmente ogni anno ed in cui gente che mai si sarebbe sognata di partecipare alla Resistenza ed assai probabilmente sarebbe stata di pura osservanza fascista o ,ad essere benevoli ed a pensare positivo, qualunquista, si profonde nel lodare il coraggio di pochi che in circostanze estreme hanno deciso di fare politica "vera": praticamente la fiera dell'ipocrisia.
Solitamente evito di ascoltare una sola parola dei discorsi di circostanza ma quest'anno, passando davanti alla tele, ho colto alcune parole di un indignato Napolitano: stava facendo la faccia feroce contro degli innominati (ma individuabilissimi) qualunquisti e sottolineava la centralità del ruolo dei partiti politici per la buona salute della democrazia.
Ho così avuto la prova che esistono due "Napolitano": uno che infrange la Costituzione Italiana, brigando per disfare e fare governi, pasticciando con i senatori a vita e macchinando improbabili governi tecnici, senza la benché minima investitura elettorale, sostanzialmente negando lo spazio di azione dei partiti, ed un secondo convinto democratico che apprezza la funzione dei partiti e la ritiene ineliminabile e si scaglia contro ogni deriva populista.
Ora avere un Presidente della Repubblica che soffre della sindrome del Dr. Jekyll e Mr. Hyde non è il massimo che si possa augurare ad una democrazia ed è altrettanto evidente come al peggio non vi sia mai fondo.
Ora trovo che Grillo sia effettivamente un qualunquista, un populista, un arruffapopolo ed abbia la visione politica di un gorilla di montagna, che le sue proposte politiche siano inconsistenti e che umanamente sia un personaggio discutibile. Tutto vero! Peccato che abbia spesso ragione, che denunci molte attualissime oscenità politiche e che sia uno dei pochi a muoversi contro una deriva oligarchica, tecnocratica e profondamente antidemocratica delle istituzioni e della politica.
Così penso che l'ultimo che si possa permettere di accusare Grillo sia proprio Napolitano.

Mamma, ho perso i Poteri forti!

L'avrebbe potuto dire Macaulay Culkin, invece lo sconsolato lamento viene da Monti.
Povero!

In effetti non credo che le cose stiano esattamente come sostiene.
Sebbene all'inizio tu
tti i poteri, più o meno forti, l'abbiano sponsorizzato spudoratamente al solo scopo di risolvere una crisi, complicata quanto pericolosa, ad esclusivo danno del potere debole (cioè i cittadini, cioè noi), Monti è espressione di uno solo di questi poteri: quello finanziario, ovvero Banche e Co.

Oggi che la soluzione della crisi appare lontana e costosa e che il potere debole è stato  debitamente spremuto, e non lo è ulteriormente con risultati utili, gli altri poteri forti si pongono molte domande. Tutte imbarazzanti, tutte preoccupanti, tutte ostiche.

La ricetta Monti è realmente efficace sotto l'aspetto meramente economico? Non rischia di uccidere la vacca da latte anziché conservarla in salute sufficiente per mungerla?
Monti è in grado di agire politicamente, ovvero è capace non solo di proporre medicine amare ma di somministrarle senza creare una crisi di rigetto?
La sua premiata ditta di ministri tecnici è realmente all'altezza del compito e possiede quella competenza e determinazione che ci si attendeva avesse? O sono una banda male assortita e sostanzialmente inconcludente?
Monti è in grado di fare squadra con altri leader europei per maturare una soluzione comune ed equilibrata, che non ammacchi troppo produzione e finanza?
Soprattutto, la ricetta Monti sta evolvendo in modo equilibrato rispetto a tutti i poteri forti, proteggendone gli interessi senza favorire eccessivamente quelli espressi dalla finanza?

Così, fattisi ciascuno i propri conti, osservate nuvole oscure al proprio orizzonte, molti cominciano con le perplessità, i distinguo, gli avvertimenti para-mafiosi, il "t'appoggio ma non so se continuerò nel futuro", il "... ma la crescita dov'é?" e via così.

Mi sento come un topo su di una barca che affonda: affogherà ma avrà la soddisfazione di vedere affogare anche il gatto. Soddisfazione inutile ed idiota ma nessuno di noi è perfettamente razionale.

Fornero: ma che lavoro pensa di fare?

Leggo che il ministro del Welfare Fornero ha detto che "Gli esodati li creano le imprese che mandano fuori i dipendenti, ...., a carico della collettività" (laRepubblica on-line, 2012/04/14).

Considerando che è una "tecnica" esperta di temi del lavoro, mi sarei aspettato che conoscesse perfettamente e da tempo l'annoso problema: oramai anche i bambini sanno che superati i 50 anni qualsiasi azienda fa carte false per liberarsi di buona parte di questi lavoratori, giudicandoli "poco produttivi e superpagati" (che i lavoratori in questione siano inefficienti è un pregiudizio ed una smaccata fesseria ma sono riusciti a trasformarlo in un  luogo comune inossidabile a qualsiasi critica). Così mi sarei aspettato che, oltre a denunciarlo, avesse una soluzione intelligente  del problema e non che si limitasse ad accusare i presunti colpevoli, peraltro con il tono infastidito-accusatorio-saccente che contraddistingue il Governo di cui è membro tanto in vista. Risolvere, od almeno gestire, questi spinosi e complicati problemi pensavo fosse il suo lavoro, per cui lei ed i salvatori della Patria suoi colleghi sarebbe il caso trovassero soluzioni efficaci e percorribili... oltre ad aumentare le tasse nel bel mezzo di una devastante crisi della domanda interna.

Circa lo spirito con cui sta operando questo Governo ha poi sostenuto che "L'unica risposta da dare alla crisi economica è quella di lavorare seriamente e il governo lo sta cercando di fare anche se non ha bacchette magiche". Ne sono felice, perché cominciavo a pensare che fossero dei professori (...forse) in materia d'economia ma dei dilettanti allo sbaraglio in politica ed amministrazione della cosa pubblica.

Tuttavia mi rimane una speranza, perché ha anche affermato che "Se la riforma (...del lavoro...) non passa, andremo via". Evviva, allora per gli Italiani esiste una soluzione a questo pasticcio istituzionale!
(A questo proposito, agli eccessivamente pessimisti, ricordo che anche il mandato di Napolitano non è lontano dalla scadenza!)