sabato 30 giugno 2012

De profundis per il LAVORO

La proposta legislativa del Governo è passata: tutti hanno ufficiato il rito come da copione.

Ai lavoratori italiani si dischiude un futuro eccellente in cui la flessibilità offrirà opportunità mai prima sperate di realizzazione delle proprie potenzialità personali, lontani dalla noia di un lavoro fisso e dalla vergogna di riparare le proprie incapacità dietro garanzie vetero-comuniste.

Ovviamente si sconsiglia di disturbare il manovratore con insulse domande, tra le quali:
  • perchè varare una riforma che non piace a nessuno (vedi ad esempio) e che non è chiaro quanti in Europa ce l'abbia richiesta?
  • perchè aumentare il livello di flessibilità in una nazione che si pone a livelli di protezione del lavoro simili od inferiori (vedi: "vedi: "Employment protection legislation" Wiki ed OECD) a quelli dei suoi maggiori concorrenti?
  • perchè sostenere un'indimostrabile (IDE e EPL Index) fesseria come quella degli investimenti esteri? E perchè insistere acriticamente (Goofynomics: Quod erat...) nel considerare questi investimenti una salvezza necessaria e certa?
  • perchè facilitare il processo di riduzione dei salari, rendendo ancor meno solida la posizione contrattuale dei lavoratori (... sghignazzerò in faccia a chi sostiene il contrario!), in una congiuntura economica in cui gran parte dei guai nascono dal declinante (adnkronos) potere d'acquisto delle famiglie?

giovedì 28 giugno 2012

Viva la sincerità

Il bello di Fornero è che esprime sinceramente e chiaramente le proprie idee, il brutto... sono le sue idee.

Sta suscitando scalpore la sua interpretazione del significato di lavoro e della posizione degli italiani al riguardo (qui per i dettagli), con relativa alzata di scudi dei poteri tutti, da quelli politici a quelli mediatici senza dimenticare quelli economici.
Tuttavia nessuno fa notare il piccolo ma non trascurabile particolare che la riforma è stata già votata, appena il giorno prima: se la concezione del lavoro del Ministro del Wellfare suscita tanto scalpore forse la sua riforma non avrebbe dovuto essere accettata supinamente.

Si ripete la solita sceneggiata, cui siamo oramai tristemente abituati, per cui nel caso occorra varare una una riforma (... ma sarebbe meglio parlare di contro-riforma) di un qualsivoglia elemento portante dello Stato Sociale, allora viene adottata la prassi seguente:
  • si attiva una ben concertata e martellante campagna mediatica in cui si ripetono fino alla nausea delle plateali menzogne (Goebbels docet!) od opinioni non suffragate da alcun fatto, quali:
    • "Per uscire dalla crisi è necessario recuperare efficienza!" (... vero ma solitamente non è quello indicato il modo)
    • "Lo vuole l'Europa" (... che non esiste come entità politica ma, per adesso, è solo l'espressione di alcuni gruppi di potere economico)
    • "Lo vogliono i mercati" (... idem come sopra e, comunque, la loro visione è collegata con la prossima trimestrale e non andrebbero presi molto sul serio quando si parla della vita delle persone che abbraccia un periodo di decine di anni)
    • "La riforma è necessaria e giusta ed inevitabile in quanto altrimenti il trend di oggetto riformato  è insostenibile (... non sempre è vero e se lo è non è detto che i tempi siano così stretti e la soluzione ottimale sarebbe ben differente)
  • le forze sociali, quelle sindacali in primis, vengono prese da profondo malessere cui segue tuttavia un'assunzione di "responsabilità socio-politico-istituzionale" che le costringe ad adeguarsi, pur con le lacrime agli occhi e con profondi distinguo, prese di posizione e qualche dimostrazione (scioperi, manifestazioni di piazza, etc.);  talvolta alla pochade partecipano anche le forze imprenditoriali e finanziarie che si dissociano dall'ideazione del provvedimento, esprimono il loro profondo dissenso, anche con termini pittoreschi e giornalisticamente ben congegnati (... come se i politici italiani attuali non fossero una loro emanazione diretta!)
  • le forze politiche entrano in fibrillazione, ripetono tutti i mantra della campagna mediatica, cercano di passare il cerino ad altri (... per esempio un Governo di Tecnici!), infine agiscono ma sottolineando la spietatezza di un fato cinico e baro che li costringe ad agire in "parziale" contrasto con gli interessi del proprio elettorato (... un altro caso di mal-di-pancia pilotato)
  • si appronta un dispositivo di legge perfettamente adeguato alle esigenze dei poteri forti prevalenti al momento
  • il dispositivo passa, solitamente con largo ricorso alla fiducia, con maggioranze bulgare che avrebbero fatto arrossire anche il parlamento sovietico
  • politici, rappresentanti delle parti sociali, media al completo concludono la sceneggiata assicurando ai cittadini un futuro radioso, che le riforme indubitabilmente garantiranno.
Ovviamente la storia, che crede alla realtà e non alla propaganda, continua il suo corso e le condizioni dei cittadini italiani, e dei lavoratori in particolare, peggiorano sempre più.
E addio al wellfare.

So bene come non serva a nulla ripeterlo ma non riesco a non dirlo:

"Il lavoro è un diritto umano di base, peraltro sancito esplicitamente dalla Costituzione Italiana, è il compierlo con efficacia e correttezza che è un dovere"

Invito i dubbiosi alla lettura dell'Art. 4

Quindi ciascun cittadino italiano ha diritto ad accedere ad un lavoro adeguato alle sue capacità personali,  coerente con i vincoli socio-tecnici del momento e tale da consentirgli una vita psicologicamente ed economicamente dignitosa; a tale diritto corrisponde il dovere di svolgerlo al pieno delle sue capacità fisiche ed intellettuali e tentando di migliorare efficacia ed efficienza dei processi in cui è coinvolto.

... e questo lo sanno tutte le persone di buon senso, ivi inclusi (ma probabilmente non Fornero che agisce come un pasdaran del liberismo) alcuni membri del Governo.
 

Napolitano... lo smemorato del colle

Oggi 25 aprile le maggiori cariche dello Stato, ed a ben guardare i politici quasi al completo, hanno dato stura alla consueta eruzione di amor patrio di circostanza ed alla santificazione fasulla della Resistenza.
Un rito che si ripropone immancabilmente ogni anno ed in cui gente che mai si sarebbe sognata di partecipare alla Resistenza ed assai probabilmente sarebbe stata di pura osservanza fascista o ,ad essere benevoli ed a pensare positivo, qualunquista, si profonde nel lodare il coraggio di pochi che in circostanze estreme hanno deciso di fare politica "vera": praticamente la fiera dell'ipocrisia.
Solitamente evito di ascoltare una sola parola dei discorsi di circostanza ma quest'anno, passando davanti alla tele, ho colto alcune parole di un indignato Napolitano: stava facendo la faccia feroce contro degli innominati (ma individuabilissimi) qualunquisti e sottolineava la centralità del ruolo dei partiti politici per la buona salute della democrazia.
Ho così avuto la prova che esistono due "Napolitano": uno che infrange la Costituzione Italiana, brigando per disfare e fare governi, pasticciando con i senatori a vita e macchinando improbabili governi tecnici, senza la benché minima investitura elettorale, sostanzialmente negando lo spazio di azione dei partiti, ed un secondo convinto democratico che apprezza la funzione dei partiti e la ritiene ineliminabile e si scaglia contro ogni deriva populista.
Ora avere un Presidente della Repubblica che soffre della sindrome del Dr. Jekyll e Mr. Hyde non è il massimo che si possa augurare ad una democrazia ed è altrettanto evidente come al peggio non vi sia mai fondo.
Ora trovo che Grillo sia effettivamente un qualunquista, un populista, un arruffapopolo ed abbia la visione politica di un gorilla di montagna, che le sue proposte politiche siano inconsistenti e che umanamente sia un personaggio discutibile. Tutto vero! Peccato che abbia spesso ragione, che denunci molte attualissime oscenità politiche e che sia uno dei pochi a muoversi contro una deriva oligarchica, tecnocratica e profondamente antidemocratica delle istituzioni e della politica.
Così penso che l'ultimo che si possa permettere di accusare Grillo sia proprio Napolitano.

Mamma, ho perso i Poteri forti!

L'avrebbe potuto dire Macaulay Culkin, invece lo sconsolato lamento viene da Monti.
Povero!

In effetti non credo che le cose stiano esattamente come sostiene.
Sebbene all'inizio tu
tti i poteri, più o meno forti, l'abbiano sponsorizzato spudoratamente al solo scopo di risolvere una crisi, complicata quanto pericolosa, ad esclusivo danno del potere debole (cioè i cittadini, cioè noi), Monti è espressione di uno solo di questi poteri: quello finanziario, ovvero Banche e Co.

Oggi che la soluzione della crisi appare lontana e costosa e che il potere debole è stato  debitamente spremuto, e non lo è ulteriormente con risultati utili, gli altri poteri forti si pongono molte domande. Tutte imbarazzanti, tutte preoccupanti, tutte ostiche.

La ricetta Monti è realmente efficace sotto l'aspetto meramente economico? Non rischia di uccidere la vacca da latte anziché conservarla in salute sufficiente per mungerla?
Monti è in grado di agire politicamente, ovvero è capace non solo di proporre medicine amare ma di somministrarle senza creare una crisi di rigetto?
La sua premiata ditta di ministri tecnici è realmente all'altezza del compito e possiede quella competenza e determinazione che ci si attendeva avesse? O sono una banda male assortita e sostanzialmente inconcludente?
Monti è in grado di fare squadra con altri leader europei per maturare una soluzione comune ed equilibrata, che non ammacchi troppo produzione e finanza?
Soprattutto, la ricetta Monti sta evolvendo in modo equilibrato rispetto a tutti i poteri forti, proteggendone gli interessi senza favorire eccessivamente quelli espressi dalla finanza?

Così, fattisi ciascuno i propri conti, osservate nuvole oscure al proprio orizzonte, molti cominciano con le perplessità, i distinguo, gli avvertimenti para-mafiosi, il "t'appoggio ma non so se continuerò nel futuro", il "... ma la crescita dov'é?" e via così.

Mi sento come un topo su di una barca che affonda: affogherà ma avrà la soddisfazione di vedere affogare anche il gatto. Soddisfazione inutile ed idiota ma nessuno di noi è perfettamente razionale.

Fornero: ma che lavoro pensa di fare?

Leggo che il ministro del Welfare Fornero ha detto che "Gli esodati li creano le imprese che mandano fuori i dipendenti, ...., a carico della collettività" (laRepubblica on-line, 2012/04/14).

Considerando che è una "tecnica" esperta di temi del lavoro, mi sarei aspettato che conoscesse perfettamente e da tempo l'annoso problema: oramai anche i bambini sanno che superati i 50 anni qualsiasi azienda fa carte false per liberarsi di buona parte di questi lavoratori, giudicandoli "poco produttivi e superpagati" (che i lavoratori in questione siano inefficienti è un pregiudizio ed una smaccata fesseria ma sono riusciti a trasformarlo in un  luogo comune inossidabile a qualsiasi critica). Così mi sarei aspettato che, oltre a denunciarlo, avesse una soluzione intelligente  del problema e non che si limitasse ad accusare i presunti colpevoli, peraltro con il tono infastidito-accusatorio-saccente che contraddistingue il Governo di cui è membro tanto in vista. Risolvere, od almeno gestire, questi spinosi e complicati problemi pensavo fosse il suo lavoro, per cui lei ed i salvatori della Patria suoi colleghi sarebbe il caso trovassero soluzioni efficaci e percorribili... oltre ad aumentare le tasse nel bel mezzo di una devastante crisi della domanda interna.

Circa lo spirito con cui sta operando questo Governo ha poi sostenuto che "L'unica risposta da dare alla crisi economica è quella di lavorare seriamente e il governo lo sta cercando di fare anche se non ha bacchette magiche". Ne sono felice, perché cominciavo a pensare che fossero dei professori (...forse) in materia d'economia ma dei dilettanti allo sbaraglio in politica ed amministrazione della cosa pubblica.

Tuttavia mi rimane una speranza, perché ha anche affermato che "Se la riforma (...del lavoro...) non passa, andremo via". Evviva, allora per gli Italiani esiste una soluzione a questo pasticcio istituzionale!
(A questo proposito, agli eccessivamente pessimisti, ricordo che anche il mandato di Napolitano non è lontano dalla scadenza!)